Il Marchese Lugi Trigona si fece promotore, agli inizi dell’Ottocento, dell’erezione di due nuove chiese. Il giorno otto maggio del 1803, infatti, affidò a mastro Gesualdo Intraliggi da Piazza i lavori di costruzione di una chiesa da dedicare a San Marco che fu realizzata in soli quattro mesi, così come previsto dal contratto. Era una piccola cappella in contrada Spaccavento, edificata nello stesso luogo in cui si trovava da qualche tempo una Croce. Costruita interamente in pietra e ricoperta di gesso, con tetto a volte e con un unico altare su cui era posto un dipinto del Santo Evangelista. Aveva due sole finestre circolari: una sopra la porta e l’altra sopra l’altare.

Nello stesso anno venne realizzata anche la chiesa del SS. Crocifisso, eretta sempre per volontà del marchese Luigi Trigona. Tale dedica era legata al culto al simulacro del Cristo in Croce che allora vi era a Piazza, un’opera custodita nella chiesa di Santa Domenica e realizzata dal maestro scultore Antonio Cultrera. Erano tanti i devoti dei paesi vicini che si recavano in pellegrinaggio a Piazza per voto al Crocifisso. Agli inizi del ‘700 la chiesa di S. Domenica, ormai vecchia e pericolante, venne abbattuta per l’edificazione di una dedicata proprio al SS. Crocifisso. Furono i Trigona di Santo Cono ad impegnarsi in tale grande progetto ed in particolare don Filippo Maria, futuro vescovo di Siracusa, fratello di Ottavio, nostro fondatore, e zio di Luigi. Il prelato, infatti, fu a capo della Colleggiata del SS. Crocifisso per trent’anni. La chiesa fu inaugurata il 25 marzo 1785 e mons. Trigona, che ricopriva la carica di Prevosto, ottenne dal vescovo di Catania la sua elevazione a basilica, la prima ad avere tale riconoscimento nella città di Piazza. Il legame dei Marchesi di Santo Cono al SS. Crocifisso è quindi palese e nella scelta della dedica della nuova chiesa sanconese giocò un ruolo fondamentale. Non è un caso che il primo Vice Parroco della storia comunale fosse il Piazzese Canonico Primicerio della Colleggiata del SS. Crocifisso Pasquale Pocorobba.

Dagli anni Quaranta dell’Ottocento, tale chiesa divenne, per quasi sessant’anni, la cappella del cimitero Comunale, fino a quando non venne realizzato quello attualmente in uso.

La chiesa, nella sua composizione attuale, è ben diversa da come si presentava originariamente. Venne infatti ricostruita ed ingrandita grazie all’encomiabile opera della signora Giuseppa Traversa, nata a S. Michele di Ganzaria nel 1843, figlia dell’avvocato Ignazio e di donna Rosaria La Valle, andò in sposa all’agricoltore sanconese Cono Palidda, da cui ebbe quattro figli: Orazio Giuseppe, Salvatore, Gaetana e Maria. Rimasta vedova per la morte del marito, si risposò con Nicolò Firrarello da cui ebbe un unico figlio a cui fu dato il nome di Santo, ma anche Nicolò morì dopo soli due anni di matrimonio. Fu quindi costretta a crescere i cinque figli da sola e tra mille difficoltà. La sua vita e la sua opera sono raccontante in un memoriale scritto da uno dei nipoti, Cono Palidda, custodito nell’archivio storico parrocchiale. La chiesa oggi è ad unica navata e si estende da ponente a levante. Presenta all’interno tre altari: uno dedicato a San Calogero, con una statua lignea di epoca imprecisata ed autore ignoto; un altare con l’Addolorata e l’altare principale sormontato da un grande Crocifisso in cartapesta donato dalle autorità diocesane di Siracusa alla signora Traversa. Ai piedi dell’altare si trova un paliotto di epoca imprecisata raffigurante la deposizione di Cristo, Sant’Agata al carcere e le anime del Purgatorio.


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